Libri
“Parlami di cose altre”
Parlami di cose altre è una raccolta poetica che scardina i cardini del realismo e si inoltra nei territori di un lirismo cosmico, dirompente e visionario. In questo libro, Rigato non scrive poesie: attraversa orbite. Canta l’erranza dei corpi, la fragilità della materia, il silenzio che pulsa dietro la forma.
Diviso in quadri lirici, visioni urbane e cosmologiche, il testo è un viaggio denso e rarefatto tra memoria, identità sfaldate, geografie interiori e disgregazioni quantistiche. I versi si muovono in bilico tra il gesto dell’umano e il respiro delle galassie, in una danza che dissolve il confine tra io e mondo.
Ci troviamo di fronte ad una prova poetica intensa, spiazzante, fuori dagli schemi — e proprio per questo necessaria. La scrittura di Rigato è ermetica, ma mai criptica: custodisce il mistero senza escludere il lettore, lo invita invece a diventare pellegrino e a perdersi.
La lingua è precisa e affilata come un bisturi ontologico. I suoi versi non indulgono nella retorica, ma si aprono in immagini folgoranti, giocate sul crinale tra fisica teorica e tensione mistica, tra favelas brasiliane e costellazioni extrasolari, tra Istanbul e il Tao.
In un panorama poetico spesso irrigidito tra due poli — il diarismo e il postmodernismo sterile — Rigato incarna una terza via: la poesia come rivelazione. Con un lessico che mescola astronomia, filosofia, spiritualità e geografia concreta, compone una vera e propria “cartografia dell’altrove”.
La sua è una voce decisa, colta, ma mai fredda: un battito vivo e spezzato, che si nutre di una musicalità interna potente e di una visione ampia e radicale dell’essere.
Questo libro non chiede di essere compreso. Chiede di essere vissuto. Come un’eclissi, un battito cosmico o una mappa disegnata in sogno: Parlami di cose altre è un invito all’altrove.