Eclissi
Versi
sulla schiena dell’alba cadono
a gravità terrestre
che importa se qualcuno li ascolta?
Parole che nessuno raccoglie
si dissolvono
in eclissi d’ombra.
Antico presagio
l’importante è correre.
Crocevia Mnemos
Decine di me esistono
ognuno con le sue regole
i suoi silenzi
le sue assenze
i suoi vestiti da indossare.
Mi muovo come una creatura a più teste
che cambia pelle ogni tre parole.
Quando cammino per strada
non so mai se sto vedendo me
o qualcuno che mi seguiva da tempo.
Ero entrato per gioco
ma ora indosso quel ruolo da anni
e nessuno sa più chi sono
e la città mi guarda
come se avessi danzato nudo
in mezzo alla piazza.
Ogni persona qui
è fatta di specchi inclinati.
Crocevia Mnemos
ci siamo incontrati tutti
e nessuno si conosce.
Incontri
Dialoghi a scolpire
ponti di suono e silenzi
schegge di senso
negli spazi incerti del sapere.
Evolviamo ad ogni scambio
smontando confini
diventando altro nel sentirci ridere
nel vociare iperboli
nei dialoghi che ci fanno vivi.
Siamo fatti di accese conversazioni
che innescano riflessi di mondi mai detti.
Pareti sgretolano
ad ogni frase che dici.
Entropia
La tua ombra
è più antica del tuo corpo.
Ogni atomo che ti compone
ha attraversato stelle in agonia
e danze vuote
dove il tempo incide
come pelle vecchia.
Tu sei un ricordo di qualcosa
che non ha mai avuto un nome.
Misura del disordine
entropia.
Derive Taoiste
Membra orbitano senza peso
scolpite in arabeschi effimeri
oscillando in geometrie mute
tra implosioni e respiri.
Il battito è un mormorio siderale
che disfa e si ricompone
in onde che piegano
echi di un silenzio a espandere.
Dissolvono linee oblique
tracce spettrali su superfici mute
curvature e flessioni
abbandoni che tornano in cerchio.
Carne contro carne
ossa contro ossa
incendiano passioni
in sconfinati mari
rossi porpora di Tiro.
Una donna passa
con la frutta sulla testa
alcuni la ricordano
per altri è cosa nuova
è la stessa di sempre?
La gravità è un ricordo stanco
l’aria un mantello che vibra
siamo lo slancio prima del crollo
l’eterno frangersi dell’essere.
Dov'è la strega che comandava i colori?
Chi riempirà le nostre fenditure adulte?
Nubi basse chiamano a raccolta
acque che non oppongono resistenza
pigmenti piovono
a scavarci d'essenze
di cobalto e verderame.
Il Tao è la porta del possibile
il vuoto che accoglie e genera
è l’assenza nera ebano
l’ombra che risponde
alle lame del mattino
all'indaco della sera.
Sostiamo nell’intervallo tra i moti
oscilliamo tra essere e non-essere
tra la curva del vento e il peso del nulla
privi di margini e di centro
in un primo di marzo
che arma legioni di margherite
e fili d'erba nel cemento.
Brume erranti siamo
passando tra le cose senza possederle
fatti dello stesso carbonio della pietra
dell'atmosfera
degli oceani
della terra.
Assenza che genera forma
vuoto in cui ogni eco si smorza
silenzi che suonano la resa del tempo.
Il grande cammino è semplice
ma la gente ama i sentieri tortuosi.
Agisci senza agire
occupati senza occuparti
assapora ciò che non ha sapore
spezza la trave di colmo
solo attraversa.
Chi confina in dighe a fermare
ignora due volte.
Chi si fa letto di fiume
conosce la pienezza del vuoto.
Lascia che le cose accadano.
Galassia madre
Esiste sostanza invisibile
dimensione altra
che curva la luce.
Materie oscure piegano
le volontà tutte
tessitori di spazi intrecciano.
Galassia madre
di fluttuazioni segrete
che non posso vedere.
Sospese probabilità.
L’inconosciuto
è l’unico peso che conta.
Amanti restano
La stanza dalle voci lente
è dentro una casa abbandonata.
Quando entri senza cercare
ogni suono rallenta
fermando il cuore.
Chi ci resta troppo a lungo
dimentica di uscire.
Ogni parola è traccia silente
di un movimento eterno.
Amanti restano.
Milano
Distesi a cerchio
teste a convergere
Milano inospitale.
Muri di febbraio
fabbriche al vapore
depistaggi di primavera.
Sogni d'anarchia
all'angolo di viale Monza
classi monocrome
al calare della sera.
Sferragliare di treni
palazzi celesti
apnee notturne.
Die Deutsche Heilslinie
e del tempo
ne fu sospeso il corso.
Sessione anonima
Intrecciato aspettavo
il sentire arrivare.
Mare mosso
schermitori a schermire
inquietudini
inospitali respiri.
Galeoni a est
volti sghembi
trasvolare di vele
sguardi sinistri.
Vocifera il sottosuolo
di ricordi e di fumo
al largo di Ometepe.
Girasoli
In una stanza priva di angoli
una bambina disegna cerchi perfetti
con una matita d’idrogeno ed elio.
Ride senza emettere suono
spostandosi dal viso
una ciocca di capelli.
Universi rispondono
all’eleganza delle gesta.
Sul soffitto crescono
campi di girasoli.
Le cose spirituali non si conquistano
si attendono
a giusta postura.
Come una coppa vuota
che già conosce l’acqua.
Deragliamenti
Dualità di rotaie
tengono distanze
sotto il peso del tempo.
Un treno senza nome
taglia la notte in due
come un vecchio coltello arrugginito.
Stelle morte illuminano
strappando traiettorie
senza direzioni annunciate.
Curvature di materia
orbitano via dai calcoli
e dalle mappe.
Siamo un battito scomposto
d’acciaio e polvere
sotterraneo e invisibile
lanciato a pieni scambi.
Incendi a carbone
leve ad inversione
nomenclature di Flamsteed
deragliamenti.
Magnitudine
È un respiro sempre uguale
fino a scomparire
immobilità d'ossa
bastioni a proteggere
fallendo.
Cammina il niente
in una Tharros sospesa
un suono dal mare sgretola
gli ultimi condizionamenti.
Le stelle sono divise in classi
di magnitudine o grandezza apparente.
Si affanna prossimo al trapasso
il vecchio archivista
ricurvo nelle stanze comuni.
Nessuna traccia di me
nei registri dell'anagrafe
nelle forme disincantate
nella convergente totalità.
Magnitudine
forze armoniose invadono.
Distico
Della sostanza dei venti
curvo mi ritrovo
ad ingabbiare versi
in metriche da soldato.
Li osservo battere in quattro tempi
in marcia ermetica
senza virgole
separati solo
dai dirupi degli a capo.
E tornare in vita
per caduta lieve.
A sussurrare
impossibili misure di spazio
storie dentro
leggere gesta.
Voglio involare così
in assenza di santi
a verso terreno
in trionfo armonico
come le gemme degli alberi
che spuntano insieme.
Ed in punta fine
ritorna ricerca inquieta
distico a colpo di mortaio
che nulla lascia se non brandelli
fragore di silenzi
e segreti comandi celesti.
Morire è fenomeno collettivo
morire è questione di ritmo.
Vita
Sotto il selciato
un’architettura di spore
trasmette l’invisibile.
Funghi respirano memorie fossili
diramano messaggi
di guerra e nutrimento.
Vita
archivio del vivente.
Ascese
Montagne mute
spostano luce
secondo logiche
che i fiumi rispettano.
Un sentiero non inizia
si lascia trovare
da piedi
che ricordano.
Ogni passo
è resa temporanea.
Rocce custodiscono
l’alfabeto delle ere
sillabe
di tempi geologici.
Non si sale
si decanta
si lascia il superfluo
nei rami bassi.
La cima non traguarda
è solo un’altra soglia.
Ascese.
Più vento
meno domande.
Aurea
Ogni conchiglia
ogni galassia
ogni corolla che implode
sussurra imperfezioni
d’ordini segreti.
Frazione che non si riduce
rapporto che sfarfalla
visibile enigma.
Non è cifra
è esitazione sacra
tra l’uno e l’altro
tra il gesto e la sua eco.
La sezione è aurea
perché taglia senza ferire
divide senza separare.
Genera copie sparse
che tremano di meraviglia
nella loro bellezza sbilenca.
Nel sogno di un girasole
il seme si dispone
in spirali che non sanno contare
ma ricordano tutto.
Nel tuo stesso volto
c’è un rapporto che non puoi vedere
ma chi ti ama
lo conosce a memoria.
Intese
Siamo stati
un’unica scala cromatica
rosso Damasco
a spirale armonica
che si stringeva a toccare
le origini del suono.
Ora non so più
se ti ricordo
o ti immagino.
Il tempo ci ha raccolti
in frasi dissonanti
scivolati lungo cadenze storte
e derive nere senza ritorno.
Eppure
nell’ultimo accordo
su una dominante incerta
sei riapparsa.
A tamburo battente
divampa un concepirsi di intese
nella crasi tra due arcate.
Trame
Si sintonizza il battito delle orbite
al ritmo del teatro che svela
ascolti a frequenze basse
rotazioni silenti.
Terrestri.
Di gravità sottile
è la polvere che ci separa
da una vita compiuta
all’abisso che lacera.
D’incontri a schema imprevisto
è la trama dell’esistere.
Parsec
Non siamo centro
né cardine d’orbita
ma frammenti di vasto respiro
che ignorano d'essere.
Tu credi di abitare un luogo
ma è il luogo che ti sta leggendo.
Esopianeti risplendono remoti
ignari d'ansie e di attese.
In società vocianti
gonfie d'insolenza
è il Parsec
la misura del sollievo.
Ingranaggio Kryphòs
La scala dalle finestre chiuse
sta in un cortile mobile
che cambia forma
ogni martedì.
Gradini portano a pareti cieche
ma qualcuno ogni sera
sale fino in cima per immaginare
cosa potrebbe esserci dietro.
Il paradosso è l’unico vero ordine
di ciò che non possiamo capire.
Ingranaggio Kryphós
percezioni sensibili indagano.